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Galleria Nazionale di Parma

Immagine Progetto MagnificoLA STORIA

La storia della Galleria parmense è innanzitutto una storia di assenze: il trasferimento della superba raccolta farnesiana a Napoli ad opera di Don Carlo di Borbone nel 1734, privò Parma di grandi capolavori, fra cui opere di Bruegel, Tiziano, Correggio e Parmigianino (ora esposte nelle Gallerie di Capodimonte).
Ai successori di Don Carlo non restò che riniziare da capo. Nel 1752 Don Filippo fondò l'Accademia istituendo una quadreria ad essa annessa, entrambe sistemate in un'ala della Pilotta. E' lì che cominciò a ricostituirsi una nuova raccolta artistica grazie a donazioni di pittori accademici, a dirette commissioni e ammirati acquisti ducali.
La nascita di una vera e propria istituzione museale pubblica nei primi decenni dell'Ottocento coincise con una definitiva sistemazione delle collezioni ducali e con un ulteriore ampliamento della raccolta. Furono infatti recuperati numerosi dipinti degli enti ecclesiastici soppressi, riacquisite le opere dalla Francia e comprate alcune cospicue raccolte private (la Sanvitale, la Callani, la Rossi e Dalla Rosa Prati).
Contestualmente si realizzava negli storici vani dell'Accademia e in altri attigui un progetto architettonico decorativo che per la prima volta diede luogo ad una vera e propria sistemazione museografica della raccolta. E' da questo primitivo nucleo di ambienti che la Galleria si sviluppa attaverso vari e successivi interventi riorganizzativi. La sua attuale identità è l'esito di un recente itinerario progettuale realizzato per tappe a partire dagli anni Settanta che ne ha definito l'assetto in due distinti percorsi espositivi, secondo i più moderni criteri di conservazione.

LA GALLERIA NAZIONALE: I PERCORSI ESPOSITIVI

Percorso A
Il primo percorso si sviluppa in senso circolare nelle ali ovest e nord del cosiddetto cortile del Guazzatoio come una sorta di prolungato senso unico.
Qui la difficile ma affascinante coniugazione tra l'edificio antico e la moderna struttura museale è stata risolta recuperando le caratteristiche morfologiche più salienti del complesso seicentesco ( la straordinaria ampiezza dei suoi volumi interni e la povertà dei materiali costruttivi) e progettando un allestimento dichiaratamente moderno, palesemente autonomo e "altro" rispetto al contenitore storico.

L'ala Ovest, in  particolare, presenta una struttura espositiva rigorosa, su pannelli o sostegni metallici, spesso calibrata sulla singola opera, con una netta prevalenza del ferro artigianalmente lavorato. Il percorso qui si apre con un nucleo di opere scultoree appartenenti al XI-XII secolo tra cui spiccano alcuni pezzi di grande rilievo di Benedetto Antelami (fig.8)
Segue un gruppo, assai interessante per omogeneità di caratteri, costituito da tavole a fondo oro (secc. XIV-XV) di ambito prevalentemente toscano (fig.9): tale nucleo è l'esito di un'iniziativa collezionistica tardosettecentesca di Don Ferdinando di Borbone e del suo consulente artistico il Marchese Taccoli Canacci, che realizzò a Firenze la campagna di acquisti.
La sala ospita, inoltre, alcune opere del quattrocento parmense e capolavori del rinascimento italiano: dal veneto Cima da Conegliano a Leonardo da Vinci.
Il percorso prosegue poi nell'ala nord del palazzo dove il sistema espositivo si incastra nell'involucro del grande fienile farnesiano con una piattaforma reticolare metallica, che seziona l'invaso  conservandone l'immagine globale dello spazio: un inserto entro l'edificio antico volutamente precario che consente flessibilità espositiva (fig. 10).
Il percorso al piano superiore  si apre con opere di Gerolamo Mazzola Bedoli, maestro del manierismo parmense, per proseguire con artisti di scuole diverse, attivi dal XVI  fino al XVII secolo, tra cui Antonis Mor, El Greco, gli emiliani Carracci, Schedoni , Lanfranco e Spada (fig.11).
Al piano sottostante (fig.12) si trovano invece alcune interessanti opere di genere, che dalle nature morte di Cristoro Munari e Felice Borselli, alle ampie tele di battaglie di Ilario Spolverini, pittore di corte dei Borbone e alle vedute con capriccio di Canaletto e Bellotto. Al termine del percorso nel salone a piano terra si trovano inoltre alcuni dipinti di altri celebri artisti veneti quali Tiepolo, Pittoni, Piazzetta e Sebastiano Ricci, sia di soggetto religioso sia di soggetto profano (fig.13).
Una passerella sopraelevata, ove sono esposte vedute della Parma Ottocentesca, corre lungo l'ala ovest, riconducendo all'inizio del percorso A; da qui, transitando al di sotto del palcoscenico,  si rientra nel Teatro Farnese, per accedere, attraverso la sottogradinata al percorso B.

Percorso B
Il secondo percorso si snoda in ambienti connotati da una storica destinazione espositiva, il Salone detto di Maria Luigia e le sale della Rocchetta che ospitarono la prima Galleria pubblica cittadina. L'intervento progettuale si è qui posto l'obiettivo di recuperare, senza rinunciare alle più moderne tecnologie di conservazione, il museo ottocentesco, nelle sue preziose cromie, nella dimensione scenografica del grande salone, nella contrapposta atmosfera soffusa e raccolta dei vani della Rocchetta, luoghi quasi privati, ma perfettamente idonei a sottolineare la sacralità di opere come le pale del Correggio, che qui ritrovano la loro storica collocazione.

Sale Ottocentesche
Dall'atrio che espone una serie di busti settecenteschi si accede alla grande Sala ovale (Fig.15), ove sono le due colossali statue di epoca romana, raffiguranti Ercole e Dioniso, provenienti dagli Orti farnesiani sul Palatino. Segue il Salone detto delle specole (fig.16), scandito dalle imponenti colonne corinzie ripristinate con il restauro dei primi anni '90 e concluso da una nicchia che inquadra la statua canoviana della Duchessa Maria Luigia: ai lati la ritrattistica borbonica e quindi un'ampia selezione di saggi accademici. Recente è la collocazione nella Sala di un imponente Trionfo da tavolo dello scultore catalano Damià Campeny (1803).

Rocchetta: sala di Correggio e Parmigianino
Il percorso B prosegue nei raccolti ambienti dell'antica Rocchetta (Fig.16) il cui ripristino, per quanto possibile, ha cercato di restituire l'allestimento ottocentesco conservando le storiche collocazioni delle opere qui esposte, i massimi capolavori del Cinquecento parmense e della Galleria Nazionale. Nel nuovo intervento museografico è stata predisposta, nell'ultimo di questi ambienti, una sala dedicata alla straordinaria opera grafica del Parmigianino.


Informazioni utili

Galleria Nazionale di Parma - Palazzo Pilotta Piazza della Pilotta 43100 Parma
Tel. 0521 233309/233617
Fax 0521 206336
Email : sbsae-pr@beniculturali.it
Sito Web : www.gallerinazionaleparma.it
Orario
: dal lunedì alla domenica ore 8.30 - 14.00 (chiusura biglietteria 13.30) Biglietti: (comprensivo della visita al Teatro Farnese): intero € 6,00 - ridotto € 3,00 ingresso gratuito: visitatori al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 65 anni con cittadinanza italiana, della unione europea ed ungherese ingresso ridotto:
visitatori dai 18 ai 25 anni cittadini stranieri con cui esiste reciprocita' giorni di chiusura: lunedì riposo settimanale; 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre

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